
Nel dibattito sulla transizione ecologica del costruito, la parola “decarbonizzazione” domina il lessico tecnico e politico.
Ma se è vero che la neutralità climatica rappresenta la destinazione finale, è altrettanto vero che il percorso per raggiungerla è complesso, articolato e multidimensionale. È in questo contesto che si colloca il Green Building Italia Forum, organizzato da GBC Italia il 27 ottobre, nel corso del quale sarà presentato l’Industry Report di GBC Italia, un documento divulgativo pensato per offrire alla filiera dell’ambiente costruito un quadro aggiornato sullo stato dell’arte e, soprattutto, sugli impatti delle azioni che il settore sta mettendo e/o dovrebbe mettere, in campo.
L’Industry Report rappresenta una sintesi corale dell’esperienza maturata da GBC Italia negli ultimi anni: vi confluiscono i contenuti della Roadmap nazionale per la decarbonizzazione, ma anche le evidenze raccolte attraverso survey, tavoli tecnici, attività di advocacy e testimonianze dirette degli stakeholder della filiera. È un documento che si propone come strumento di orientamento operativo, capace di accompagnare progettisti, enti pubblici, imprese, produttori e finanziatori nelle loro scelte quotidiane.
La sostenibilità come equilibrio tra rivoluzione tecnica e sociale
Nel Report, la decarbonizzazione viene affrontata in una prospettiva sistemica: non come unico obiettivo, ma come esito di un cambiamento strutturale che tocca anche altri assi fondamentali della sostenibilità. La riduzione delle emissioni, infatti, non può essere disgiunta dalla qualità degli ambienti costruiti, dalla salubrità degli spazi, dalla vivibilità urbana, né tantomeno dal limite fisico delle risorse materiali disponibili.
In un mondo segnato dalla scarsità di materie prime la circolarità emerge come strategia centrale: ridurre l’uso di materiali vergini, estendere il ciclo di vita dei componenti edilizi, massimizzare il riuso, diventano azioni non solo ecologicamente necessarie, ma tecnicamente efficaci per ridurre le emissioni e migliorare la performance ambientale degli edifici.
La qualità della vita, spesso influenzata dalla salubrità degli ambienti e dalla resilienza delle costruzioni, diventa un altro indicatore chiave della bontà dei processi di transizione ecologica, che mirano non solo all’efficienza ambientale ma anche al benessere abitativo e sociale. Allo stesso modo è importante tenere a mente che non può esserci transizione ecologica senza un’evoluzione parallela dei modelli di governance. La circolarità non è infatti solo una questione tecnica, bensì un processo che implica responsabilità diffuse, coordinamento intersettoriale e un cambio di paradigma nella gestione dei progetti. Progettare in ottica di ciclo di vita significa ripensare i ruoli, redistribuire le responsabilità lungo tutta la catena del valore, adottare logiche collaborative tra pubblico e privato, tra committenze e operatori, tra industria e ricerca.
Un’altra componente rilevante dell’Industry Report è la sezione dedicata agli strumenti economico-finanziari che dovranno sostenere la trasformazione del settore. In particolare, il documento entra nel merito della tassonomia europea degli investimenti sostenibili, ovvero il sistema di classificazione che definisce quali attività economiche possono essere considerate “green” e dei livelli di prestazione richiesti per essere riconosciuti come tali.
GBC Italia rivendica in questo ambito un ruolo tecnico di verifica terza parte, attraverso i propri sistemi di certificazione e metodologie condivise all’interno del network del World Green Building Council. Affinchè la tassonomia non resti sulla carta, serve che esistano procedure efficaci, metodi di validazione trasparenti e soggetti tecnici qualificati che possano accompagnare imprese e investitori nell’identificare e rendicontare correttamente i propri interventi.
Una voce corale per guidare il cambiamento
Per orientare efficacemente la transizione ecologica serve riconoscere la molteplicità degli attori coinvolti e valorizzarne la diversità come leva progettuale. È proprio su questa consapevolezza che si fonda l’approccio dell’Industry Report di GBC Italia, un documento che partendo da una fotografia dello stato di fatto dell’indirizzo della transizione e delle testimonianze dirette di vari operatori di mercato spinge il proprio sguardo verso un futuro più sostenibile.
Non esiste una traiettoria unica per tutti. La transizione verso un ambiente costruito a zero emissioni richiede l’attivazione di tutti gli attori della filiera: i produttori ad esempio sono chiamati a immettere sul mercato soluzioni a ridotto impatto ambientale; i progettisti devono confrontarsi con la dimensione circolare del progetto e del processo edilizio; le imprese sono invitate a innovare modelli operativi e gestionali; le amministrazioni pubbliche, infine, hanno il compito di integrare i principi della decarbonizzazione e della circolarità nella pianificazione e nella regolazione locale.
A ciascuno è affidato un ruolo chiave in un percorso condiviso, scandito da milestone temporali e operative che rendono misurabile e progressivo l’avanzamento verso gli obiettivi fissati nella Roadmap, in coerenza con quelli europei. Pur senza prescrivere azioni vincolanti per ciascun attore, si propone un ventaglio di misure e strategie che gli stakeholder possono adottare su base volontaria, favorendo una convergenza progressiva e concreta verso i traguardi comuni. Un impianto che raffoza il carattere operativo della Roadmap, facendo di essa uno strumento di efficace sintesi capace di valorizzare la specificità delle funzioni e al contempo generare coerenza di sistema.
Accanto a questo impianto tecnico, l’unicità del contributo dei più importanti attori del Green Building in Italia è preservata dall’aver reso il Report anche uno spazio di racconto e rappresentazione plurale, un luogo in cui le voci della filiera, imprese, enti, professionisti, partner, trovano espressione attraverso interviste, testimonianze e casi studio. Questa coralità di contributi non si limita ad accompagnare il documento, ma lo alimenta di senso, dando volto umano, esempi concreti e dinamiche reali a un cambiamento che ha bisogno, prima di tutto, di essere compreso e condiviso.
Dal documento all’azione condivisa
In un momento storico in cui la trasformazione del costruito è al centro delle politiche climatiche e ambientali europee, il ruolo di un documento come l’Industry Report è duplice: da un lato si intende tradurre la complessità della transizione attraverso uno strumento di sintesi e indirizzo ambientale, sociale e di governance; dall’altro, rappresentare uno spazio di confronto e condivisione che accompagna il cambiamento, rendendolo così leggibile e replicabile.
A segnare il passaggio dalla teoria all’azione concreta è proprio il Green Building Forum Italia, un momento in cui i contenuti dell’Industry Report diventeranno materia viva di confronto tra le parti. Le tre sessioni plenarie dell’evento, dedicate rispettivamente alla Roadmap di decarbonizzazione, gli strumenti di misura e valutazione e al supporto economico per la transizione riflettono i contenuti del Report, facendo del documento e dell’evento, che fungerà da “contenitore” per la sua presentazione, degli strumenti interdipendenti di una stessa strategia, essenziali per raccogliere, orientare e attivare una comunità professionale pronta ad affrontare le sfide climatiche con rigore tecnico, responsabilità collettiva e visione di lungo periodo.
Scopri di più su Green Building Forum Italia, l’evento di GBC Italia che porterà a Milano la consapevolezza di un presente Green e gli strumenti per creare insieme un futuro più sostenibile.
Il 2050 non è un traguardo da rincorrere, ma un obiettivo da progettare, insieme, con dati solidi, alleanze strutturate e un linguaggio comune. Il primo passo di questo viaggio verrà compiuto il 27 ottobre a Milano, al Green Building Forum Itala 2025 quando la visione, responsabilità e l’ambizione dei singoli si incontreranno per prendere una forma collettiva.