
«LEED v5 riconosce l’urgenza di rispondere rapidamente alla crisi climatica, promuove un approccio olistico alla decarbonizzazione attraverso la riduzione delle emissioni, facilita e accelera l’adozione di pratiche sempre più efficienti per l’esercizio degli edifici e nel contempo sposta l’attenzione a tutte le possibili sorgenti di emissioni carboniche. Così si anticipano e si guidano le scelte future».
di Sabrina Zanini
Nato negli Stati Uniti alla fine degli anni Novanta per iniziativa dello U.S. Green Building Council, il protocollo LEED (Leadership in Energy and Environmental Design) è oggi uno degli strumenti di certificazione ambientale degli edifici più diffusi e riconosciuti a livello globale. Pensato per promuovere la sostenibilità nel settore edilizio, nel corso degli anni LEED ha costantemente aggiornato i propri criteri per rispondere alle sfide ambientali emergenti. L’ultima versione, LEED v5, segna un punto di svolta significativo. A spiegare le principali novità introdotte da questa nuova edizione è Andrea Fornasiero, Building Physics Engineer presso Manens, Ingegnere Edile laureato presso l’Università di Padova, LEED Fellow, LEED AP BD+C, WELL AP e membro del Consiglio di Indirizzo di Green Building Council Italia (GBC Italia), di cui è anche Presidente del Comitato Tecnico.
«La nuova versione v5 di LEED rappresenta una forte evoluzione della versione precedente 4, mirata a far evolvere il mercato delle costruzioni verso la decarbonizzazione, la resilienza degli edifici, il benessere delle persone, la rigenerazione degli ecosistemi e, non ultimo, l’equità sociale», racconta Fornasiero. LEED v5 mantiene la struttura di base consolidata fatta di prerequisiti e crediti articolati sulle classiche aree di intervento – localizzazione, sito, acqua, energia, materiali, comfort, innovazione – ma introduce un cambio di prospettiva sostanziale. «Il valore di ciascun aspetto viene rivisto in funzione di tre nuovi pilastri: azione climatica, conservazione e recupero degli ecosistemi e qualità della vita». Un altro elemento centrale della nuova versione è l’approccio sempre più integrato alla progettazione sostenibile. Come spiega Fornasiero: «LEED v5 è strutturato verso un approccio sempre più integrato, con obiettivi chiari e maggiore facilità di rendicontazione, al fine di minimizzare l’impatto ambientale complessivo degli edifici e contribuire così alla lotta ai cambiamenti climatici. Si sposta l’attenzione al risultato finale piuttosto che al processo».
Altra novità riguarda la promozione del passaggio tra edifici nuovi ed esistenti. «LEED v5 favorisce la continuità tra certificazione dei nuovi edifici e di quelli esistenti, attraverso l’allineamento degli indicatori e dei dati richiesti in fase progettuale con quelli di monitoraggio in fase operativa». Un cambiamento di paradigma che punta in alto. «Sono stati introdotti nuovi requisiti per il raggiungimento del livello massimo di certificazione, il Platinum, in termini di prestazioni energetiche, emissioni e energie rinnovabili. Non si tratta quindi di un mero aggiornamento, quanto piuttosto di un vero e proprio salto di livello»
Uno dei cardini di LEED v5 è il tema della decarbonizzazione. Infatti, «LEED v5 riconosce l’urgenza di rispondere rapidamente alla crisi climatica promuovendo un approccio olistico alla decarbonizzazione – continua Fornasiero. L’impatto dell’edificio viene analizzato dal punto di vista complessivo, non solo per quanto riguarda i consumi operativi, ma anche i materiali impiegati, il trasporto delle persone e le emissioni dei gas refrigeranti». La nuova versione guarda avanti, anticipando le scelte del settore. In questa ottica, «tutto viene visto al futuro, attraverso il riconoscimento delle pratiche virtuose per la decarbonizzazione, dalla pianificazione strategica all’attuazione». Inoltre, un altro ambito centrale di revisione riguarda l’efficienza energetica e l’uso delle energie rinnovabili. In merito, «l’efficienza energetica e l’uso delle rinnovabili mantengono il loro valore anche nella nuova versione di LEED, che però si arricchisce con nuove accezioni, correlate alla conoscenza e alla pianificazione dei consumi in esercizio per la progressiva decarbonizzazione». Particolare attenzione è riservata soprattutto al superamento delle fonti fossili a favore dell’energia elettrica, alla gestione dei carichi energetici e allo stoccaggio locale. «Mediante requisiti maggiormente stringenti, inoltre, favorisce il progressivo efficientamento complessivo degli edifici», aggiunge.
Ma forse la più significativa innovazione riguarda l’equità sociale. Si abbraccia un approccio più inclusivo e non solo centrato sul singolo edificio certificato. «Il LEED v5 integra l’equità ambientale e sociale come elementi fondamentali, promuovendo progetti che favoriscono l’accessibilità, la salute e il benessere di tutti gli occupanti e delle comunità circostanti – afferma Fornasiero. Tutti i criteri LEED sono stati riletti nell’ottica della creazione di ambiti sociali in cui è valorizzata la diversità, l’equità e l’inclusività». Questo si traduce, concretamente, nell’introduzione di nuovi prerequisiti e crediti, e nella rivisitazione di quelli esistenti, per incentivare la progettazione di spazi inclusivi e ridurre le disuguaglianze ambientali e sociali.
La revisione LEED v5, dunque, non è solo un aggiornamento tecnico, ma una visione rinnovata dell’edilizia sostenibile, capace di affrontare con strumenti concreti le sfide ambientali e sociali più urgenti del nostro tempo.