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Costruzione circolare: ripensare i bisogni
23 Maggio 2025

L’edificio più sostenibile è quello che esiste già

L’economia circolare rappresenta un cambio di paradigma rispetto al tradizionale modello lineare di produzione e consumo, ponendo al centro la rigenerazione delle risorse e la riduzione dei rifiuti. In questo contesto, prodotti e materiali vengono mantenuti in uso attraverso strategie di riutilizzo, riparazione e riciclo.

Il settore delle costruzioni, tra i maggiori consumatori di risorse e generatori di rifiuti, può trarre grande beneficio da questo approccio. Si tratta di progettare edifici in ottica di durabilità, adattabilità e riciclabilità e, in generale, considerarli come “banche di materiali”, vere e proprie riserve di risorse per il futuro.

Questo articolo, basato sui materiali formativi sviluppati all’interno del progetto TOP CLeveR, propone un approfondimento su uno degli approcci alla base dell’edilizia circolare: ripensare i bisogni costruttivi.

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L’economia circolare sta acquisendo sempre più importanza a livello mondiale, anche grazie a importanti accordi internazionali come l’Agenda 2030 e l’Accordo di Parigi. In Unione Europea, iniziative come il Piano d’azione per l’economia circolare e il Green Deal europeo, insieme a provvedimenti come la Direttiva quadro sui rifiuti e Regolamento Ecodesign, mirano ad ottimizzare l’uso delle risorse, ridurre i rifiuti e accrescere la competitività.

Parallelamente, vengono elaborate norme tecniche sia internazionali che europee per orientare le pratiche circolari (ad esempio, attraverso ISO/TC 323 e CEN/TC 350/SC1). Strumenti come il framework ReSOLVE (Regenerate, Share, Optimise, Loop, Virtualise, Exchange), le metodologie di analisi del ciclo di vita (LCA) e il passaporto dei materiali supportano la valutazione dell’impatto ambientale lungo tutto il ciclo di vita dei materiali e degli edifici.

Uno degli approcci di economia circolare consiste nel ridurre al minimo i flussi di risorse, che si affianca a strategie di estensione della vita utile dei prodotti e la chiusura dei cicli, attraverso il riutilizzo.

 

Come è possibile ridurre i flussi di risorse?

Per ottenere le stesse prestazioni con meno risorse, occorre ripensare in modo critico le esigenze costruttive, valutando la reale necessità di nuove costruzioni e – quando possibile – riutilizzando edifici esistenti invece di costruirne di nuovi.

Quando la nuova costruzione è inevitabile, è fondamentale progettare gli edifici in modo da ottimizzare l’uso delle risorse, riducendole al minimo e costruendo in modo efficiente (approcci che approfondiremo nei prossimi articoli).

Per ripensare le esigenze di costruzione, il concetto di “sufficiency” dovrebbe guidare le scelte progettuali, Come mostrato nella piramide decisionale, nel concreto significa:

  • dare priorità alla riqualificazione e adattamento, evitando la demolizione e valorizzando gli elementi esistenti;
  • sfruttare al massimo il patrimonio edilizio e lo spazio disponibile;
  • migliorare l’intensità di utilizzo degli spazi, sfruttando gli edifici abbandonati o utilizzando gli edifici in modo più intensivo nell’arco della giornata e la settimana.

Figura 1: Piramide decisionale. Fonte: BPIE 2024 [1]

È evidente che gli interventi di sostituzione e ristrutturazione necessari al riuso adattivo degli edifici comportano un incremento delle emissioni di carbonio incorporato. Tuttavia, queste emissioni sono comunque significativamente inferiori rispetto a quelle associate alla costruzione di nuovi edifici.

Ad esempio, la riqualificazione energetica comporta, a fronte di una riduzione delle emissioni operative, un aumento del carbonio incorporato, tuttavia il bilancio finale rimane favorevole: si stima che le emissioni incorporate per la riqualificazione energetica siano inferiori dell’85% rispetto a una nuova costruzione[2]. Anche in caso di interventi rilevanti, come l’aggiunta di pareti interne o la modifica delle facciate, studi dimostrano che le emissioni incorporate possono comunque essere ridotte del 50% o più rispetto alla costruzione di nuovi edifici[3].

Numerosi progetti dimostrano come le strategie orientate alla sufficienza non solo permettono di ridurre l’uso di materiali ed energia (e le relative emissioni), ma diminuiscono anche la pressione sulle risorse territoriali e possono generare benefici a livello sociale, come la riduzione del disagio abitativo e dei costi infrastrutturali per le amministrazioni pubbliche.

Un esempio di riuso adattivo è rappresentato da due complessi di uffici vuoti a Dublino, trasformati in 86 unità abitative sociali per ospitare oltre 200 persone. Gli edifici sono stati ampliati e dotati di moderni impianti alimentati da pannelli solari. Le analisi svolte hanno stimato una riduzione del 62% delle emissioni di carbonio durante l’intero ciclo di vita (WLC) rispetto a un nuovo edificio simile2. Invece, nell’ottica di massimizzazione dell’uso dello spazio, è interessante il progetto belga 1Toit2Ages (1Tetto2Età), un’iniziativa di condivisione abitativa intergenerazionale che consente agli anziani con spazi inutilizzati nelle loro abitazioni di accogliere studenti. Avviato a Bruxelles nel 2009 e poi esteso alla Vallonia nel 2012, il programma ha già facilitato oltre 5.200 incontri tra anziani e studenti, promuovendo una migliore utilizzazione degli spazi esistenti e generando al contempo valore sociale.

 

TOP CLeveR (Training and Outreach Programmes for a Circular and Level(s) based Revolution) è un progetto LIFE che mira a dotare i professionisti e i lavoratori del settore edile delle competenze necessarie per affrontare le sfide del ciclo di vita del carbonio e l’approccio circolare lungo tutto il ciclo di vita di un edificio. TOP CLeveR sostiene inoltre l’implementazione del Level(s) Framework da parte di tutti gli attori della catena del valore. Ulteriori informazioni sul progetto sono disponibili qui.

Il progetto è stato finanziato dal programma LIFE22-CET dell’Unione Europea con il Grant Agreement n. 101121073.

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[1] BPIE (Buildings Performance Institute Europe) (2024). Prioritising Existing Buildings for People and Climate. Sufficiency as a strategy to address the housing crisis, achieve climate targets and protect resources. Available at: https://www.bpie.eu/ publication/prioritising-existing-buildings-for-people-and-climate/

[2]  “Sufficiency in the building sector – for the EU Whole Life Carbon Roandmap,” RAMBOLL and BPIE. European Commission, [Online]. Available: https://www.bpie.eu/publication/sufficiency-in-the-building-sector-for-the-whole-life-carbon-roadmap-final-report/

[3] Ramboll, BPIE, KU Leuven, 2023, Supporting a Roadmap for the Reduction of Whole Life Carbon in Buildings. Technical background study. Available at: https://op.europa.eu/en/publication-detail/-/publication/923706b7-8f41- 11ee-8aa6-01aa75ed71a1/language-en