
Al MIPIM di Cannes 2025 abbiamo intervistato Julie Emmrich, Sustainable Finance Lead del World Green Building Council, che ci ha sintetizzato la visione del futuro della sostenibilità nel settore edilizio (e non solo). «Gli investitori, le banche e i grandi finanziatori vedono con chiarezza l’impatto finanziario del cambiamento climatico sull’ambiente costruito. È evidente che dobbiamo agire per rispondere a un’emergenza globale».
di Maria Chiara Voci
«Se sul breve termine stiamo assistendo a un periodo di turbolenze e fluttuazioni anche finanziarie, dovute alla situazione internazionale e ad una marcata instabilità politica, sul lungo termine il cammino verso l’impatto zero di carbonio nell’ambiente costruito sta seguendo sempre la medesima direzione. La rotta non cambia, nonostante tutto». Così Julie Emmrich, Sustainable Finance Lead del World Green Building Council, sintetizza la visione del futuro della sostenibilità nel settore edilizio (e non solo), rassicurando sui macro-obiettivi, nonostante difficoltà e rallentamenti contingenti.
L’abbiamo incontrata (e intervistata in esclusiva) all’edizione 2025 del MIPIM di Cannes, che si è conclusa a metà del mese di marzo. Julie è stata in visita allo stand che il GBC Italia ha allestito, nei giorni della grande kermesse internazionale, nel padiglione 9, all’interno di uno spazio condiviso con una community di stakeholder della green economy. Una presenza significativa, quella della nostra associazione, che testimonia l’impegno concreto sui temi della sostenibilità. A fianco del WGBC, solo pochi Green Building Council nazionali hanno scelto di partecipare all’appuntamento della Croisette. Con Julie Emmrich abbiamo parlato delle sfide attuali della decarbonizzazione e del ruolo del World Green Building Council nel guidare la transizione verso un ambiente costruito più sostenibile, a fianco dei GBC nazionali.
Cosa pensa della decarbonizzazione e del futuro della sostenibilità, considerando che alcuni politici, in particolare negli Stati Uniti, stanno frenando questo processo?
«Gli investitori, le banche e i grandi finanziatori vedono con chiarezza l’impatto finanziario del cambiamento climatico sull’ambiente costruito. È evidente che dobbiamo agire per rispondere a un’emergenza globale. Decarbonizzare e aumentare la resilienza rappresentano strategie fondamentali di mitigazione dei rischi che proteggono il valore degli edifici nel lungo periodo. Quindi nessuno può permettersi di tornare indietro, nonostante le prese di posizione che paiono dire il contrario».
Crede che il contesto politico attuale stia influenzando le azioni concrete delle aziende?
«Penso che le persone e le aziende, considerato il contesto politico attuale, siano più attente a ciò che dicono, ma nella maggior parte dei casi nessuno pensi davvero di cambiare rotta. Il progresso va in un’unica direzione. La finanza sa leggere i numeri e il trend indica come unico progresso una maggiore sostenibilità, che si nutre di azioni sempre più misurabili e concrete. Al contrario di ciò che appare, proprio in questo momento, c’è meno accettazione di posizioni di facciata. E chi si prefissa target climatici elevati, senza implementare le strategie corrette per realizzarli, ora più che nel passato si trova a dover modificare il proprio atteggiamento».
Qui al MIPIM 2025, quali sono i temi principali che il World Green Building Council ha portato sul tavolo durante gli interventi e le conferenze in cui siete stati coinvolti?
«Il World GBC lavora molto sull’EU Taxonomy, strumento di trasparenza del mercato che, attraverso la definizione di standard universali e riconosciuti, può aiutare a validare e certificare le attività portate avanti in tema di sostenibilità nei vari ambiti, compreso quello dell’edilizia. Come World Green Building Council, insieme alla nostra rete di Green Building Councils, lavoriamo per l’introduzione di politiche di GWP del ciclo di vita per molti anni attraverso il nostro programma #BuildingLife, che mira a realizzare un’Europa climaticamente neutra entro il 2050 e partecipiamo alla Piattaforma UE sulla Finanza Sostenibile in modo attivo, con pubblicazioni come la EU Policy Whole Life Carbon Roadmap così come parte di consultazioni pubbliche. Come già negli anni scorsi, anche quest’anno al MIPIM abbiamo preso parte ai momenti di riflessione collettiva sul tema».
Quali sono gli obiettivi più importanti?
«Il reporting sulla sostenibilità è percepito ancora come di difficile attuazione. Ciò che facciamo nel World GBC è cercare di guidare il mercato e aiutare i politici a sviluppare politiche implementabili ed efficaci. Allo stesso tempo, aiutiamo il mercato a rapportarsi con queste politiche. Uno dei nostri obiettivi principali è armonizzare il reporting tra le aziende e tra i diversi Paesi, perché attualmente vediamo molti approcci differenti. Siamo qui per aiutare ad allineare e navigare le nuove richieste. Abbiamo lanciato un documento di discussione a giugno sulla necessità di un framework di verifica e assicurazione dell’EU Taxonomy nel settore delle costruzioni per semplificare il reporting».
Qual è il messaggio che il World GBC vuole trasmettere riguardo al reporting sulla sostenibilità?
«L’invito a non scoraggiarsi. Anche se il reporting sulla sostenibilità può essere difficile, è necessario farlo perché non conoscere la propria situazione rappresenta un rischio di gestione maggiore rispetto all’impegno richiesto dal reporting stesso. Il messaggio è: controllate il vostro portafoglio rispetto al rischio climatico e al rischio di transizione».
Come valuta questa edizione del MIPIM? Quale sentimento ha dopo questi quattro giorni?
«Percepisco positività. Ho intrattenuto incontri che si sono rivelati interessanti. È stato davvero importante constatare che, nonostante il contesto politico, le persone sul campo e le aziende continuano a fare ciò che è necessario per la sostenibilità perché ne riconoscono l’importanza».
Qui al MIPIM sono presenti solo pochi Green Building Council nazionali, tra cui il GBC Italia. Quali prospettive di collaborazione vedete con il GBC italiano?
«I GBC nazionali sono nostri membri e rappresentiamo i loro interessi, ma condividiamo anche una missione comune. Stiamo lanciando una nuova strategia per l’intero network basata su un approccio globale-regionale-locale. Esercitiamo pressione sulle nostre attività gestendole a livello mondiale con l’ONU e le COP, a livello europeo con la Taxonomy e a livello locale con l’implementazione di tutto ciò. Vogliamo allineare standard, definizioni e ambizioni, collaborando con l’Unione Europea, i nostri GBC nazionali e le aziende. Recentemente il presidente del GBC Italia è stato negli Stati Uniti per alcuni incontri e vediamo ottime opportunità per rafforzare ulteriormente questa collaborazione in futuro».