
Dopo la presentazione del Position Paper di GBC Italia lo scorso novembre a Milano, l’associazione ha patrocinato, insieme a RICS, il primo SRI-Day a Milano organizzato da Arcadis e R2M e dedicato a dare una sintesi dei risultati del progetto europeo Smart Square, finanziato dall’Unione Europea. Un pomeriggio di riflessioni sul futuro, cui ha preso parte anche l’ENEA, anticipando come si svilupperà il lavoro in Italia per la fase di test sull’SRI avviata dal MASE.
di Maria Chiara Voci
Gli edifici del futuro non saranno più valutati solo per la loro efficienza energetica o per la mera qualità architettonica, ma per la loro intelligenza. È in questa direzione che si muove lo Smart Readiness Indicator (SRI), un metodo di valutazione introdotto già dalla passata Direttiva Europea EPBD (Energy Performance of Buildings Directive 844/2018) e che è stato molto rafforzato con la revisione della EPBD IV. Pur essendo ancora poco noto al di fuori del dibattito tecnico, questo indicatore segna un cambio di paradigma epocale per il comparto del real estate: dal costruire per durare si passerà, poco a poco, al costruire per durare e interagire. La “prontezza intelligente” diventerà un requisito sempre più usato per misurare concretamente la capacità di un edificio di gestire risorse, anticipare bisogni e integrarsi in un ecosistema urbano via via maggiormente connesso. L’abitare si trasformerà in un dialogo continuo con il fabbricato che ci ospita, che da oggetto statico evolverà in soggetto attivo, partecipe e reattivo.
Il nuovo paradigma dell’edilizia intelligente
Lo SRI è di fatto una metrica oggettiva per misurare quanto un edificio sia pronto a rispondere in modo intelligente alle esigenze dei suoi occupanti e dell’ambiente circostante. Un metodo che assegna punteggi specifici per diverse aree funzionali e premia l’integrazione efficace di sistemi di building automation e fonti rinnovabili. In un presente dove l’automazione è già realtà diffusa (seppur spesso complessa per l’ambito domestico), siamo agli albori di un passo avanti significativo a partire dai grandi immobili terziari e collettivi. Proprio per questa categoria di fabbricati, se dotati di impianti termici con potenza superiore a 290 kW e a partire da luglio 2027, la Direttiva Case Green rende obbligatoria l’analisi tramite SRI. Ma la portata di questa innovazione, secondo gli esperti, si estenderà progressivamente anche agli immobili residenziali, a partire dai condomini pubblici e privati.
Il primo SRI Day in Italia
Avviare un dialogo sul tema è una priorità per chi progetta, sviluppa e realizza, commercializza e gestisce immobili. Per questo, il 1° aprile a Milano si è tenuto il primo SRI Day italiano, organizzato da R2M Solution e Arcadis, con il patrocinio di Green Building Council Italia e RICS. L’evento si riconnette anche alla presentazione, avvenuta il 26 novembre nella Sala Conferenze di Palazzo Reale, del nuovo Position Paper di Green Building Council Italia sulla digitalizzazione del settore delle costruzioni a supporto degli obiettivi di decarbonizzazione, documento che proprio sulla base delle novità introdotte dalla Direttiva Case Green si è dedicato ad approfondire tecnologie innovative come i Building Automation and Control Systems (BACS), il BIM e i Digital Twin.
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Lo SRI Day milanese si è concentrato, invece, sulla restituzione del progetto europeo Smart Square, che sviluppa strumenti cloud per valutare l’intelligenza degli edifici, supportando l’implementazione dello SRI in tutte le lingue ufficiali dell’UE e adattandosi alle specificità nazionali attraverso la piattaforma Smart Ready Go. All’interno del progetto, sono stati presentati due casi studio milanesi: l’edificio di Monte Rosa 91 e il Campus La Forgiatura oltre ad altri casi studio (come quello di Piazzale Loreto con Nhood), che rappresentano l’esempio di nuove frontiere di applicazione. In un pomeriggio, si è creata un’occasione unica di confronto tra approcci diversi, mettendo a sistema esperienze italiane ed europee nell’implementazione di sistemi avanzati basati su KPI definiti, sensoristica e gemelli digitali. Più voci hanno contribuito a delineare un percorso comune verso l’edilizia intelligente.
Il network come strumento di diffusione di conoscenza
«Attraverso lo sviluppo di progetti di ricerca cerchiamo di diventare i primi utilizzatori e implementatori di nuove tecnologie e servizi, accelerando il cammino verso un pianeta più sostenibile» ha spiegato Thomas Messervey, CEO di R2M Solution, descrivendo un approccio che mira a costruire un ponte concreto tra ricerca e mercato. Una visione condivisa da Antonello Magliozzi, responsabile della sostenibilità delle rigenerazioni urbane di Arcadis Italia, che proprio dal punto di vista privilegiato di chi guida un team interdisciplinare e attento a tutte le sfide della sostenibilità, sottolinea come lo SRI sia «un’esperienza formidabile di accelerazione verso quel benessere e comfort dell’abitare che rappresenta oggi la vera frontiere della sostenibilità».
Se le tecnologie necessarie per questa trasformazione sono già ampiamente disponibili e la comunità internazionale dei tecnici sta lavorando da anni per preparare la trasformazione degli edifici in “architetture intelligenti”, la vera sfida consiste nel creare cooperazione in un settore immobiliare tradizionalmente frammentato, dove la tecnologia esiste ma manca spesso un dialogo costruttivo tra le diverse parti coinvolte.
«Gli strumenti con cui realizzare scenari di decarbonizzazione o creare gemelli digitali esistono nel mercato da diverso tempo – ha chiarito Alessandro Lodigiani, country manager di R2M Solutions Italia -. Ciò che manca è riuscire a unire i puntini, trasformando la complessità in opportunità. Un processo che richiede nuove competenze professionali e visioni integrate». In quest’ottica, Massimiliano Pulice, Presidente dell’Advisory Board di RICS Italia e responsabile della divisione Infrastrutture e Rigenerazione Urbana di Cassa Depositi e Prestiti, ha sottolineato nel suo intervento come «l’introduzione di questi indicatori standardizzati sia fondamentale per lo sviluppo della professione dei valutatori in tutta Europa. La vera rivoluzione, infatti, arriverà quando, partendo dagli immobili non residenziali, sarà possibile estendere questa metodologia allo sviluppo del quartiere, quindi su scala urbana, trasformando l’SRI in un catalizzatore di innovazione a livello territoriale». Aggiunge Fabrizio Capaccioli, presidente del GBC Italia «anche nel comparto edile la tecnologia, la digitalizzazione e l’uso dell’AI devono aiutare non solo gli operatori a snellire i processi, ma anche gli utilizzatori finali a comprendere in modo semplice come trasformare il proprio edificio in un mezzo per migliorare la qualità della vita quotidiana».
Standardizzazione e applicabilità europea: il valore strategico dello SRI
La valenza dello SRI – al di là del metodo – è quella di fornire una metrica condivisa: parliamo infatti di un indicatore europeo, comune e applicabile su tutti i parchi edifici di varie nazioni. «Una quantificazione che da molto tempo cercavamo di raccogliere in maniera qualitativa – afferma Federica Saccani, Head of Building Consultancy and Net Zero Carbon JLL & Chair Working Group Sustainability, RICS Europe -. L’ingresso dello SRI nel portato normativo dal 2027 permetterà finalmente di portare un elemento di valutazione di qualità sul banco della quantità, conferendogli quell’oggettività che il settore cercava da tempo». Aggiunge Paolo Odorizzi, Co-founder, Sustainability & Technology Innovation General Manager, Harpaceas: «valutazioni comparate delle capacità di produrre e mantenere edifici sostenibili. La forza dell’indicatore risiede nella sua duplice utilità: da un lato supporta la fase di progettazione, fornendo parametri che permettono di valutare in anticipo se un progetto possiede tutte le premesse necessarie alla sostenibilità; dall’altro facilita il collegamento con gli strumenti di misura e la sensoristica, elementi indispensabili perché oltre a progettare bene bisogna anche far funzionare bene».
Il ruolo di ENEA e la roadmap italiana verso l’implementazione
La concretizzazione di questa visione passa, infine, attraverso un rigoroso processo di testing, coordinato in Italia da ENEA, l’ente che oggi ha la titolarità di sviluppare con il MASE la prima fase di test in Italia sull’applicazione dello SRI rispetto alle richieste della direttiva comunitaria. Un lavoro che viene portato avanti anche nell’ambito del progetto Europeo TunES. Per questo, a Milano, Biagio Di Pietra, responsabile del Laboratorio di Soluzioni Integrate per l’Efficienza Energetica, ha delineato quale sarà il percorso che, partito da marzo 2025, si concluderà a febbraio 2026, secondo una tempistica studiata per fornire indicazioni puntuali alla Commissione Europea, che dovrà integrare i risultati di tutti gli Stati membri per definire il nuovo regolamento delegato sulla metodologia di calcolo dello SRI, con particolare attenzione agli edifici residenziali.
«Prevediamo di valutare l’applicabilità della metodologia al contesto edilizio nazionale – ha spiegato Di Pietra, illustrando un processo che analizzerà il catalogo dei servizi e ottimizzerà i pesi previsti dal calcolo per adattarli allo specifico patrimonio edilizio italiano. Un aspetto particolarmente innovativo sarà la comparazione tra i risultati ottenibili con un criterio “Smart Ready” – che valuta solo le tecnologie effettivamente presenti nell’edificio – e quelli di un approccio “Smart Possible”, che considera invece tutti i servizi e i livelli funzionali potenzialmente implementabili. Per garantire rappresentatività e solidità scientifica, il programma di testing coinvolgerà almeno 30 casi studio distribuiti sull’intero territorio nazionale, avvalendosi della collaborazione di università, gruppi di lavoro specializzati del CIT e del CEI, e associazioni di categoria attive nell’ambito dell’intelligenza degli edifici».