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GBC Italia, motore della transizione ecologica per città più sostenibili e inclusive
27 Gennaio 2025

Per il presidente Fabrizio Capaccioli il 2025 segna un momento di svolta nel ruolo dell’Associazione che apre a nuovi settori del costruito, con una posizione sempre più internazionale e una rinnovata attenzione agli aspetti sociali del costruire

di Carlotta Rocci

L’evoluzione di GBC Italia è iniziata. L’associazione – con una posizione sempre più internazionale – allarga la sua prospettiva, rafforza il suo ruolo di guida nel percorso della transizione ecologica, amplia i temi in cui declinare i valori di innovazione, inclusione e sostenibilità in edilizia. Ne abbiamo parlato con il presidente di GBC Italia Fabrizio Capaccioli che ha le idee molto chiare su quali siano le azioni più urgenti.

Cosa c’è in cima all’agenda di GBC Italia per il 2025?

“Il 2025 rappresenta per GBC Italia un anno cruciale, con un obiettivo chiaro: non limitarci a gestire la transizione ecologica, ma guidarla, definendo standard e scrivendo le regole del cambiamento. La nostra priorità sarà rafforzare il ruolo di leadership dell’associazione, promuovendo la sostenibilità in ogni aspetto del costruito. Tra le iniziative di maggiore rilievo, stiamo organizzando un momento di incontro straordinario dedicato all’intera filiera dell’edilizia e del Real Estate, con convegni, workshop e occasioni di confronto. Non sarà una semplice vetrina, ma un acceleratore di progetti concreti, dove stakeholder, istituzioni e aziende potranno collaborare per tracciare insieme il futuro del settore. Inoltre, continueremo a rafforzare la nostra identità internazionale, puntando su innovazione, inclusione e sostenibilità come elementi cardine per costruire città e comunità più resilienti e a misura d’uomo e per essere punto di riferimento anche fuori dai confini nazionali”.

 

Con la presentazione di un Position Paper sulla logistica sostenibile GBC segna un cambio di scala negli interessi dell’associazione. Immagina un nuovo ruolo per GBC Italia?

“Assolutamente sì. GBC Italia sta ampliando il proprio raggio d’azione per affrontare le sfide della sostenibilità in una prospettiva più ampia e sistemica. Il Position Paper sulla logistica sostenibile è un chiaro esempio di questo cambio di scala: non ci limitiamo più al singolo edificio, ma abbracciamo l’intero ecosistema del costruito, con particolare attenzione alla digitalizzazione, all’efficienza energetica e all’ottimizzazione delle infrastrutture. Questa visione allargata non significa abbandonare il nostro core business, ma evolverlo. La sostenibilità del costruito non si limita agli edifici certificati, ma coinvolge filiere produttive, trasporti, infrastrutture e comunità. Crediamo che il futuro richieda un approccio integrato che consideri il territorio come un sistema unico, da trasformare attraverso innovazione e collaborazione intersettoriale”.

GBC Italia ha recentemente siglato un accordo di collaborazione con USGBC. Che significato ha questo documento?

“L’accordo siglato con USGBC è di importanza strategica per GBC Italia, un traguardo che definirei storico. Questo rinnovo non solo consolida il legame tra le due organizzazioni, ma ridefinisce i pesi della collaborazione, permettendoci di avere una posizione centrale nelle politiche globali di innovazione per la sostenibilità del costruito. Grazie a questo accordo, GBC Italia rafforza il proprio ruolo internazionale, non più come semplice interlocutore, ma come promotore attivo di standard e strategie che possono influenzare l’agenda globale. Questo ci permette di valorizzare le competenze e le esperienze sviluppate a livello locale, proiettandole su una scala internazionale e contribuendo a rendere l’Italia un punto di riferimento per l’innovazione sostenibile”.

Il 2024 è stato un anno importante, con accordi e interlocutori di rilievo per GBC, un lavoro i cui frutti si raccoglieranno anche in questo 2025?

“Gli accordi siglati nel 2024 con realtà come Anci, OICE e RICS rappresentano una base solida per ampliare il dialogo con nuovi interlocutori e rafforzare le collaborazioni esistenti. Il 2025 sarà un anno in cui puntiamo a consolidare questi rapporti, estendendo il nostro raggio d’azione verso altri attori chiave della filiera, come istituzioni pubbliche, associazioni territoriali e imprese che stanno investendo nella transizione ecologica e digitale”.

 

Quali sono gli interlocutori strategici in questa nuova fase di GBC?

“Ritengo fondamentale dialogare con il mondo della ricerca e dell’innovazione tecnologica, coinvolgendo università, centri di studio e start-up, per integrare nei nostri protocolli le ultime scoperte in materia di sostenibilità e digitalizzazione. Allo stesso tempo, vogliamo intensificare il confronto con le amministrazioni locali, perché crediamo che il cambiamento debba partire dai territori, dalle comunità e dalle loro esigenze specifiche. Il nostro obiettivo è creare una rete ancora più capillare di soggetti impegnati nella sostenibilità del costruito, per moltiplicare l’impatto positivo delle nostre iniziative e guidare il settore verso un futuro più etico, innovativo e sostenibile. È l’essere umano che deve tornare al centro dello sviluppo di politiche e pratiche che favoriscano l’aggregazione, la socialità ed il benessere, anche grazie ad un nuovo modo di concepire le città, che affonda le sue radici nella nostra storia millenaria che parla di agorà e di punti di interconnessione e convergenza. Le nostre città non sono solo spazi fisici, ma laboratori di innovazione e trasformazione sociale, in cui si sperimenta il legame tra sostenibilità, urbanizzazione e benessere”.