Il 12 dicembre è stato presentato presso la sede Ance di Roma il nuovo Position Paper GBC Italia
Testo di Carlotta Rocci
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Edifici spesso bassi e con grandi superfici possono favorire le isole di calore, i materiali usati per le coperture, come i pavimenti, sono fondamentali per garantire durabilità e sicurezza di uno spazio, la connessione con gli assi della mobilità già esistente influenzano le performance produttive ma anche la capacità di ridurre al minimo gli spostamenti. Parte dall’analisi di casi studio concreti il nuovo Position Paper di GBC Italia che mette sotto la lente di ingrandimento il comparto della logistica, un settore che ha un tasso di crescita del 7,2% all’anno e, in Italia, occupa una superficie di circa 40 milioni di m2.
Il settore è cruciale per l’economia globale e nazionale, ma allo stesso tempo è responsabile del 5% delle emissioni di gas serra complessive, e il 13% di questa percentuale è causato dagli edifici che costituiscono i poli logistici. Il documento, “il futuro dei centri logistici: sfide e opportunità per una crescita sostenibile”, presentato dal Green Building Council Italia raccoglie le best practice e alcune case history italiane, per affrontare le opportunità ma anche anticipare le criticità di un comparto destinato a crescere e che richiede strategie progettuali innovative e misure di mitigazione efficaci.
Il tema affrontato segna anche un cambio di passo nell’associazione. “Oggi immaginiamo un ruolo di GBC Italia diverso dal passato, la missione sta cambiando, adeguandosi al cambiamento che è sotto agli occhi di tutti. La scala di misura oggi non è più soltanto l’edificio, non si può non parlare di logistica, di digitale, di intelligenza artificiale e infrastrutture”, commenta il presidente di GBC Italia, Fabrizio Capaccioli.
Lo studio risponde a una domanda centrale: come progettare una logistica sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale e della sicurezza, sia per chi lavora negli hub sia per chi vive nelle loro vicinanze? “GBC Italia ha il compito di raccogliere la visione della filiera e presentarla ai tavoli tecnici governativi”, ha spiegato Stefania Striato, referente dei gruppi di lavoro GBC Italia.
Nonostante la rapida crescita, il settore non ha ancora adottato in modo massiccio sistemi di certificazione che possano garantire un approccio ordinato e sostenibile fin dalla progettazione. Gli edifici certificati, inoltre, offrono vantaggi competitivi significativi, attirando investitori e affittuari e allineandosi alle normative ambientali emergenti.
La sostenibilità nei poli logistici non riguarda solo l’ambiente, ma anche gli impatti sociali ed economici. “Una progettazione sostenibile risponde ai bisogni locali delle comunità, dai lavoratori ai residenti”, ha sottolineato Chiara Croce, Head of Environmental and Mobility Planning di ADR. La proposta, sottolineata da Croce, di creare un protocollo di certificazione basato sugli standard italiani rafforza questo approccio. Partendo dai dati disponibili, spesso custoditi dalle amministrazioni locali, è possibile calcolare non solo i consumi e le emissioni di un progetto ma anche il suo impatto su un territorio e le persone che lo vivono. “In tutte le progettazioni, ma in particolare in quelle che riguardano aree logistiche, dove si concentra un gran numero di utenti, sono cruciali i temi dello sviluppo economico, della salvaguardia ambientale e della centralità delle persone. Spazi come un aeroporto, devono essere progettati per essere non solo sicuri come ambiente di lavoro ma anche resilienti, rispetto, per esempio, alla crisi climatica” commenta Paolo Cambula, Managing Director ADR Ingegneria – “Il Position Paper GBC Italia è un punto di partenza per ragionare sul futuro”.