Presso il distretto Mind a Milano si è svolto lo scorso 3 luglio l’incontro di “mid term” di restituzione dello stato di avanzamento dell’iniziativa Timber Forward Italia, un progetto finanziato dal network Build by Nature, sostenuto da Laudes Foundation, coordinato da GBC Italia nella figura dell’architetto Silvia Giordano e in collaborazione con Lendlease.
di Andrea Dell’Orto
L’iniziativa Timber Forward Italia – proseguimento del “Timber Perception Lab” – mira a creare una rete dedicata agli attori del settore delle costruzioni in legno e materiali bio-based. Il network italiano avrà il compito di favorire la collaborazione, la condivisione delle conoscenze e fornire il supporto per diffondere e promuovere l’uso del legno all’interno della filiera, coinvolgendo i principali stakeholder. L’incontro di inizio luglio ha segnato la conclusione della prima fase del progetto ed è stata l’occasione per presentare il rapporto di “mid term” con lo stato di avanzamento dei tre tavoli di lavoro, per poi dar vita a settembre alla fase conclusiva. Sotto la guida di Silvia Giordano per GBC Italia, i coordinatori dei tre tavoli di lavoro – Linee Guida, Case History e Advocacy – hanno presentato la metodologia di lavoro e alcuni risultati ottenuti grazie alla collaborazione di oltre 80 iscritti.
“Il lavoro svolto dai gruppi in questa prima fase e condiviso in questo incontro, è da intendersi come uno stato di avanzamento del progetto, che si basa sul concetto di cosa abbiamo imparato. La trasversalità dei temi trattati ha fatto sì che vi fossero delle positive sovrapposizioni tra tavoli, utili a riconfigurare e verticalizzare meglio gli argomenti in vista della seconda fase, attraverso il confronto partecipato di tutti i membri del network” questa la premessa fatta dall’Arch. Giordano in apertura di giornata.
Di seguito, il resoconto dei tre tavoli.
Tavolo Linee Guida, coordinato da Tecla Caroli (ARUP)
L’obiettivo di questo tavolo di lavoro è quello di arrivare a una stesura di indicazioni e soluzioni a supporto dei principali stakeholder della filiera dell’edilizia per cercare di colmare gap e obiezioni alla promozione dell’uso del legno. Vista l’ampiezza del tema, il tavolo è stato scomposto in quattro sotto-tavoli: decarbonizzazione e sostenibilità, supporto alla progettazione e alla costruzione, digitalizzazione, rischio finanziario e assicurazione. Per ogni argomento, i gruppi di lavoro hanno proceduto a individuare le barriere all’impiego del legno, approfondendo e ampliando quanto già analizzato durante il Timber Perception Lab, per poi definire obiettivi e azioni necessari.
Sul fronte delle “Assicurazioni e della valutazione dei rischi di investimento”, per superare le barriere di natura culturale e tecnica, è emersa la necessità di creare campagne di comunicazione sull’affidabilità, la durabilità e la sicurezza delle costruzioni in legno. Inoltre, sarebbe auspicabile un lavoro comune tra industrie del legno e compagnie assicurative per sviluppare modelli specifici di valutazione dei rischi. Importante anche la promozione di incentivi fiscali per l’uso del legno e dei materiali naturali e di tariffe assicurative e condizioni bancarie più competitive. Come ottenere questi risultati? Sicuramente serve comunicare di più e meglio, creare alleanze strategiche, lavorare sul piano politico e amministrativo e fornire chiare linee guida a chi vuole approcciare questo metodo costruttivo.
Per quanto concerne la “Digitalizzazione”, invece, il settore del legno trarrebbe notevoli benefici dal rafforzamento della cultura dell’uso del BIM, DfMA e dall’implementazione delle tecnologie di DTE (Digital Twin Environment), incluse realtà virtuale, mista e aumentata. Da diffondere anche la cultura dell’analisi LCA, direttamente legata alla modellazione digitale e alla codifica delle caratteristiche tecniche e ambientali dei materiali (Digital Product Passport). Ancor prima di pensare a soluzioni e strumenti di digitalizzazione, serve però aumentare la consapevolezza dell’importanza della condivisione dei dati e dell’impiego di formati open access per facilitare l’interscambio di dati e informazioni.
Dal tavolo “Sostenibilità”, l’obiettivo di ottimizzare il ciclo di vita dei materiali e il processo di decarbonizzazione rinforza la richiesta di mappatura delle prestazioni ambientali dei materiali (EPD), già emersa dal tavolo “digitalizzazione”, da raccogliere in una piattaforma nazionale. Fondamentale anche lavorare sulla filiera forestale, attraverso pianificazione boschiva ma anche con la formazione degli addetti e delle imprese. Necessario definire una metodologia di calcolo del carbonio incorporato che sia condivisa e standardizzata, oltre che valorizzare l’uso dei materiali locali per la riduzione degli impatti legati ai trasporti. Sul fronte della circolarità, invece, emerge la necessità di lavorare sugli scenari di fine vita degli edifici, favorendo e incentivando la responsabilità estesa dei costruttori, educando anche alla corretta manutenzione degli edifici per ottenere l’obiettivo della massima vita utile del sistema costruttivo. Sempre in chiave di circolarità è necessario introdurre specifiche di assemblaggio che garantiscano la reale decostruzione a fine vita degli edifici, oltre che dar vita ad una filiera del valore per il riuso del legno e dei materiali recuperati. Ancora una volta, è chiaro come tutto ciò sia possibile solo attraverso un’azione culturale che punti alla formazione degli operatori dell’intera filiera (dal bosco al cantiere, fino agli esperti di sostenibilità e ESG, passando per i soggetti del mondo assicurativo e finanziario), che includa un costante monitoraggio delle prestazioni e relative verifiche.
Il gruppo “Supporto alla progettazione e costruzione” si è confrontato principalmente sui temi della durabilità dei manufatti contro fuoco e marcescenza, e del comfort abitativo. Opinione condivisa è che vi siano da parte del mercato preconcetti e insufficiente preparazione tecnica degli operatori affinché la durabilità possa essere vista come un valore garantito, invece che come un aspetto limitante. In particolare, mentre esistono norme e linee guida chiare sul fronte del rischio incendio, molto sottovalutato è il tema della ridotta durabilità dovuta all’interazione delle strutture con acqua e umidità. Su questo fronte va intrapreso un importante lavoro di formazione tecnica affinché in fase progettuale e realizzativa vengano adottate tutte le prescrizioni utili alla prevenzione di queste problematiche. Un punto comune con il tavolo della digitalizzazione è quello della tecnologia applicata al monitoraggio delle strutture, che permetterebbe di intervenire prontamente in caso di perdite di tubature, pluviali o di formazione di condense che coinvolgano il legno.
Tavolo Case history, coordinato da Nadia Boschi (Lendlease) e Stefano Corbella (COIMA)
Questo tavolo è nato con lo scopo di individuare gli strumenti e la metodologia per giungere alla costruzione di un database nazionale degli edifici in legno o che utilizzano materiali bio-based. L’idea è quella di dar vita ad una mappatura capace di restituire, non solo una fotografia quantitativa e geografica degli edifici, ma anche qualitativa in termini di motivazioni e opportunità che hanno spinto all’uso di questi materiali. Al momento della presentazione i progetti raccolti superano di poco la cinquantina; un valore poco significativo dal punto di vista statistico, ma capace di restituire importanti informazioni utili all’identificazione dei KPI di riferimento. Ad esempio, la prima fotografia restituisce uno scenario nazionale in cui è difficile reperire le analisi degli impatti ambientali attraverso analisi LCA, la disponibilità di analisi costi-benefici che comparano tecnologie differenti, ma anche informazioni circa le strategie di circolarità adottate, oltre che aspetti di sostenibilità sociale. A oggi, queste informazioni sembrano essere appannaggio solo di investitori e sviluppatori che approcciano interventi edilizi su ampia scala, in rispondenza ad adempimenti ESG e DNSH. Dall’analisi delle testimonianze dei tecnici dell’Agenzia del Demanio, è poi emerso come il Green Procurement possa essere un efficace strumento per favorire l’adozione dell’uso del legno.
Nadia Boschi ha così commentato il lavoro svolto e gli step futuri: “Fino a questo momento il lavoro del tavolo ha avuto lo scopo di definire quali fossero le informazioni più comunemente disponibili circa gli edifici in legno, individuando e ipotizzando i KPI invece auspicabili. Il prossimo step sarà proprio dedicato a selezionare le pratiche e affinare gli indicatori utili a raccontare il mercato, ma anche a guidarlo nel futuro, prendendo spunto dai casi studio più completi e significativi”.
Tavolo Advocacy, coordinato da Ugo Terzi (Federlegno Arredo) e Mauro Carlino (ARCA – HABITECH)
Facendo leva sui principali attori della governance e i policy maker, il lavoro impostato da questo tavolo ha l’obiettivo di individuare le modalità di coinvolgimento degli stakeholder nell’uso del legno e dei materiali bio-based per il raggiungimento, tra gli altri, degli obiettivi definiti dalla roadmap della decarbonizzazione 2050 di GBC Italia.
La prima fase del lavoro ha permesso di produrre una mappatura degli stakeholder italiani, per poi individuare le caratteristiche dei potenziali “frontrunners” e “pioneers”. Dopo aver analizzato l’impatto delle azioni di advocacy in termini di portata e velocità, per ogni stakeholder e partendo dalle barriere emerse nella fase “Perception of Timber”, sono state analizzate le aspettative derivanti dall’uso del legno e le leve che potrebbero tradurre questa ipotesi costruttiva in scelta. L’incrocio con aree, obiettivi ed azioni della roadmap nazionale della decarbonizzazione dell’ambiente costruito al 2050 fornirà il timing delle proposte operative individuate, le quali, saranno successivamente valutate con la matrice di impatto/influenza degli stakeholder per definire le priorità rispetto agli obiettivi a breve termine, ossia al 2030. L’esperienza dell’Agenzia del Demanio, individuata come Soggetto Attuatore per gli interventi di riparazione, ripristino demolizione e ricostruzioni di immobili pubblici di proprietà dello Stato, dopo gli eventi sismici del 2016 che hanno coinvolto il centro Italia, ha fatto da trait d’union tra il tavolo “Case-history” e quello “Advocacy”. Nel suo ruolo di stakeholder, infatti, l’Agenzia ha potuto produrre documenti di indirizzo che contenevano indicazioni specifiche sull’uso del legno, sulla base delle quali le stazioni appaltanti hanno poi definito le proprie scelte progettuali. Grazie a questo approccio è stato possibile realizzare diverse caserme dei Carabinieri utilizzando il legno come materiale strutturale.
Giunta l’estate, il lavoro dei gruppi ricomincerà a settembre, dando il via alla fase finale del progetto, che si concluderà con la stesura del rapporto conclusivo nel mese di novembre.
“Favorire la collaborazione e la condivisione delle conoscenze e offrire un supporto per diffondere e promuovere l’uso del legno all’interno della filiera, coinvolgendo i principali stakeholder, era l’obiettivo di questo progetto. Siamo a metà percorso, molta strada è ancora da fare, ma siamo contenti della partecipazione e del coinvolgimento degli operatori del settore” queste le queste parole con cui Marco Caffi, in chiusura di evento, ha rimandato tutti all’autunno.