Editoriale di Fabrizio Capaccioli – Presidente GBC Italia
La responsabilità del cambiamento è il motore che ci spinge a plasmare un futuro in cui la sostenibilità non sia solo un concetto vago o ideale. Per noi si tratta di un impegno concreto orientato al benessere collettivo e non qualcosa di astratto, di cui spesso non si comprende a pieno il significato.
GBC Italia parla del tema della sostenibilità nelle costruzioni da 15 anni e da ben 30 nel mondo, tutto ciò ben prima che diventasse argomento mainstream. Se oggi, nel nostro Paese, ha assunto un’importanza centrale è anche grazie al lavoro incessante di professionisti, gruppi di lavoro, aziende, stakeholder, università, gruppi di pressione, decisori sensibili alle “nostre” tematiche.
Spesso si tende a credere che chi si occupa di edilizia sostenibile sia guidato esclusivamente da preoccupazioni ambientali. Non è così per noi e ci teniamo a ribadirlo. Crediamo in un approccio multidimensionale, che prenda in considerazione l’aspetto ambientale, al pari di quello economico e di quello sociale.
Per garantire un futuro alle generazioni che verranno, infatti, non è sufficiente affrontare la crisi ecologica, ma è indispensabile fare i conti anche con le disuguaglianze, la giustizia sociale e con l’impegno civile di ogni singolo cittadino.
Affrontare oggi il tema della sostenibilità non significa solo ridefinire l’impatto dell’uomo sull’ambiente, ma richiede ripensare ad una serie di parametri, ed anche riuscire a fare i conti con i fenomeni di esclusione e di vulnerabilità sociale. Secondo i dati contenuti nel World Inequality Report, infatti, negli ultimi venti anni la disuguaglianza nel mondo è cresciuta praticamente ovunque, in modo particolare in Nord America, Cina, Russia e India; più moderata, invece, la crescita in Europa.
Alcuni significativi segnali di inversione di tendenza sono evidenti, proprio nel nostro Paese, dove la filiera edile e quella immobiliare sono fortemente coinvolte in questo cambiamento. È crescente la consapevolezza che l’impatto delle loro attività e delle scelte che decideranno di assumere, sono e saranno fondamentali leve di inversione della tendenza fin qui auspicata.
Ho avuto modo di ribadire questo concetto anche lo scorso 3 dicembre all’incontro della COP28, in cui ho portato la voce di GBC Italia nel principale contesto internazionale sulle questioni climatiche. L’urgenza della crisi ambientale, con l’allarme sull’imminente catastrofe ecologica, che ho ascoltato in diretta proprio alla COP28 dal Segretario Generale delle Nazioni Unite Guterres, ha di fatto celato l’importanza strategica della dimensione sociale per raggiungere gli obiettivi che ci siamo posti.
Tra l’altro, è ormai evidente che le società dove più elevate sono le disuguaglianze sociali, sono anche quelle dove più elevate sono le disattenzioni verso l’ambiente, dove si inquina di più e si ricicla di meno.
È impossibile, insomma, risolvere il problema dell’ambiente, senza intervenire sulla questione della redistribuzione delle risorse. Il risparmio energetico rappresenta solo uno degli aspetti chiave di questo approccio risolutivo. In cima alle esigenze umane c’è il diritto ad una abitazione, possibilmente dignitosa e salubre.
Stiamo uscendo da uno degli eventi più tragici della storia degli ultimi secoli: la pandemia, e continuiamo a preoccuparci del solo aspetto ambientale, che si ferma al cosiddetto “cappotto alle mura domestiche”. I cittadini hanno diritto, tutti noi abbiamo diritto, a respirare aria pulita e salubre all’interno delle nostre case. A questo proposito, sono lieto annunciare che Green Building Council Italia e I’International Well Building Institute hanno siglato un accordo di partnership per promuovere il benessere negli edifici delle città italiane.
I significativi dati del primo Impact Report di GBC Italia, redatto in collaborazione con The European House – Ambrosetti ci restituiscono una valutazione dettagliata, approfondita e leggibile sulla riduzione degli impatti attuali e futuri conseguenti all’adozione dei sistemi delle famiglie LEED® e GBC: ne emerge che in Italia lo stock di edifici certificati, nel 2023 ha garantito un risparmio di 330 mila tonnellate di scarti edilizi, 170 mila tonnellate di CO2 e di 1,3 miliardi di litri d’acqua potabile, per un valore economico di 111 milioni di euro.
Milano risulta essere la prima città italiana per numero di edifici certificati e la prima al mondo con un intero quartiere – Porta Nuova – integralmente certificato. Siamo anche secondi in Europa, dopo la Spagna, per numero di certificati emessi. Pochi giorni fa il quartiere City Life di Milano ha raggiunto un nuovo traguardo. Tripla certificazione Platinum attribuita ad un intero quartiere con le certificazioni: LEED for Cities and Communities; WELL for Community; SITES Existing Landscape, primo quartiere in Europa a ottenere questa certificazione.
Traguardi importanti, ma che consideriamo solo un punto di partenza.
Su questi principi e dai risultati tangibili del nostro impegno sulla sostenibilità, si fonda e si sviluppa il nostro piano operativo per il prossimo triennio, intitolato non a caso: LEAD THE GREEN TO CHANGE LIVES: La responsabilità del cambiamento per il benessere delle persone. Si tratta di un Piano Strategico ambizioso, che guarda al presente, ma con una visione a tutte le sfide fondamentali del comparto delle costruzioni per i prossimi anni. Siamo molto ambiziosi, ma non vediamo altra strada.
Molto c’è da fare rispetto alla disomogeneità nella percezione dell’urgenza dei temi della rigenerazione urbana, a partire dai 7901 comuni italiani.
Dal mondo della rigenerazione urbana c’è da aspettarsi molto in termini di miglioramento delle performance e di qualità della vita per i cittadini, a cui il GBC Italia guarda costantemente.
In Italia, 2,1 milioni di edifici residenziali -pari al 17% del totale dello stock residenziale- si trovano in cattivo stato di conservazione. Il 74% del totale è stato costruito prima degli anni ’80 e addirittura prima degli anni ’60.
Il processo di rigenerazione -che, ribadisco, non può essere solo rivolto al tema energetico- deve, però, essere percepito non come una scure dai cittadini, ma come qualcosa non solo di auspicabile, ma addirittura di indispensabile e desiderato. Si può e si deve fare edilizia sostenibile, anche dal punto di vista economico e, questo, è necessario che si sappia.
Sono profondamente convinto che per realizzare una sostenibilità davvero in grado di cambiare la realtà che viviamo, sia necessario essere tra la gente, facendo sì che tutti possano beneficiare degli strumenti che GBC Italia mette a disposizione, attraverso un vero e proprio processo di democratizzazione dei protocolli.
In questa direzione auspichiamo la nascita di una Direzione Generale Casa in seno al MIT dove poter strutturare una stabile cooperazione istituzionale con l’obiettivo di avviare un periodo di riforme normative volte a superare tutti gli attuali limiti anche in merito alla qualità degli interventi sul patrimonio residenziale nazionale.
La nostra attività di formazione, ricerca e sviluppo è sempre attiva per tale ragione abbiamo voluto misurare la percezione dei cittadini italiani in merito alle azioni sulla sostenibilità e cosa fare affinché la sostenibilità non sia un boomerang sociale ed economico. Il Professor Renato Mannheimer ha illustrato il risultato dell’indagine Edifici sostenibili: la percezione degli italiani nel corso dell’evento La Responsabilità del Cambiamento per il Benessere delle Persone organizzato da GBC Italia lo scorso 14 dicembre. Abbiamo appreso come gli italiani siano già ampiamente consapevoli dell’importanza delle iniziative da portare avanti. Tutto questo affinché la cultura della costruzione di qualità possa creare spazi abitativi adeguati e favorisca una mobilità rispettosa dell’ambiente.
Una cultura della costruzione di qualità utilizza, le risorse in modo sostenibile, permettendo così uno sviluppo ecologico, economico e sociale positivo anche per le generazioni future. Il suolo viene, così, utilizzato con oculatezza e rispetto, le identità e le tradizioni regionali si rafforzano, il patrimonio storico si mantiene in buone condizioni e la definizione di spazi verdi ad alta biodiversità contribuisce alla salute e al benessere di tutti i cittadini. Questo è fare sostenibilità.
Dobbiamo essere in grado di tenere il passo con le continue nuove istanze che la filiera e il mercato richiedono e, possibilmente, anticiparne le esigenze. Di questo sguardo rivolto al futuro, ma anche verso il cielo abbiamo avuto inedita occasione di parlare durante l’evento che abbiamo organizzato nella mattina del 14 dicembre a Roma, presso l’Acquario Romano. Il nostro mondo è connesso in modi mai visti prima e la space economy ci offre nuove prospettive sulla sostenibilità e la gestione delle risorse. Le esplorazioni spaziali rappresentano un passo audace verso l’ignoto, ma ciò che potrebbe sorprendervi è quanto questo salto nel cosmo possa in realtà, connettersi in modo profondo e tangibile alla nostra missione qui sulla Terra.
Voglio ribadire che il nostro impegno è garantito da una squadra di donne e uomini di altissimo livello professionale ed umano, a cui sono riconoscente, e che esprimono ricchezza di competenze e valori, in grado di guidare con autorevolezza l’Associazione, con spirito di servizio trasparente e leale senso di appartenenza.
Penso ad un nuovo consapevole Umanesimo della sostenibilità, in cui sia finalmente l’uomo, fulcro e obiettivo delle nostre strategie sostenibili, perché, come ci ricordava Chico Mendes, ambientalista brasiliano ucciso per il suo impegno in favore degli Indios dell’Amazzonia: “Fare ambientalismo senza giustizia sociale è giardinaggio”.
Ecco ciò che auguro a tutti: responsabilità in ogni passo, benessere in ogni cambiamento.