Nel contesto del progetto BuildingLife GBC Italia ha realizzato una serie di incontri coinvolgendo alcuni dei propri Soci e differenti esperti italiani per analizzare opportunità e criticità per affrontare l’impatto totale degli edifici – in termini di riduzione sia delle emissioni di CO2 che dell’uso delle risorse – durante l’intero ciclo di vita; giungendo da ultimo ad individuare il mix di azioni, in capo a soggetti privati e pubblica amministrazione, per la decarbonizzazione e trasformazione sostenibile del settore del costruito al 2050.
Uno di questi tavoli di lavoro è stato dedicato, nello specifico, al tema dell’efficienza energetica degli edifici ed ha portato i principali stakeholder ed esperti a confrontarsi su: Comunità Energetiche e Positive Energy Districts, Reti energetiche, Misure passive per l’efficientamento degli edifici e “Nature Based Solutions”, Impianti a fonti rinnovabili e misure di Carbon Offset.
Il risultato di questo intenso lavoro è riportato nel documento: “Soluzioni tecnologiche per la decarbonizzazione delle emissioni operative degli edifici”, che costituisce il terzo allegato alla Roadmap Italiana per la decarbonizzazione e la trasformazione sostenibile dell’ambiente costruito a cura di GBC Italia.
L’obiettivo di questo terzo allegato è quello di definire un quadro generale sulla transizione energetica globale e sul cammino da intraprendere per decarbonizzare il patrimonio edilizio nazionale, giungendo a delineare di quali possibili soluzioni tecnologiche disponiamo già oggi per rendere concreta questa necessaria transizione. Gli obiettivi individuati sono coerenti con quelli internazionali al 2030 e al 2050 e non rimangono pura utopia, qualificandosi in modo concreto e pienamente realizzabile.
In sintesi, nell’approccio alla decarbonizzazione degli edifici supportato da GBC Italia, le misure di efficientamento sono prioritarie e devono essere pensate per ridurre il più possibile il fabbisogno energetico. Il fabbisogno restante, invece, dovrebbe innanzitutto essere coperto tramite fonti energetiche rinnovabili locali, cioè installate sull’edificio oggetto di progettazione, oppure in zone di pertinenza dello stesso. Ove in questo modo non fosse possibile soddisfare il fabbisogno, si considerano le reti energetiche (elettriche, termiche, gas), che in futuro forniranno energia via via sempre più sostenibile. In questo ambito vanno considerate anche le Comunità Energetiche e i Positive Energy Districts. L’ultima azione in ordine di priorità rimane, invece, quella del cosiddetto Carbon Offset, ovvero l’implementazione di misure di riduzione delle emissioni in un altro luogo geografico, ma a copertura dei consumi dell’edificio progettato.
L’approccio utilizzato nella definizione del documento è stato di tipo analitico, e segue una suddivisione in più fasi. La prima delle quali è stata focalizzata sull’analisi del contesto energetico e climatico a livello europeo e in Italia, sia da un punto di vista generale, sia da un punto di vista legislativo, attraverso lo studio dei piani per il clima ed i piani energetici vigenti. Questa fase di studio preliminare dello stato dell’arte consente di definire il quadro generale di riferimento e di comprendere quali sono gli obiettivi numerici fissati dalle normative vigenti, così da orientare al meglio le scelte e l’implementazione di specifiche strategie per la riduzione dell’impronta ecologica “footprint” di un edificio, che è un indicatore della quantità di gas ad effetto serra emessi in atmosfera durante l’intero ciclo di vita dello stesso.
A seguire, in una seconda fase, il gruppo di lavoro partendo dal contesto di riferimento, è giunto a definire quelle che possono essere considerate le azioni prioritarie da intraprendere per la decarbonizzazione degli edifici. Per ognuna di queste azioni sono state analizzate le principali tecnologie di cui oggi disponiamo e la loro concreta applicazione attraverso case history nazionali. Tali azioni, in ordine di priorità risultano essere:
- Riduzione del fabbisogno energetico dell’edificio secondo il principio dell’”Energy Efficiency first” (EEF). In questa direzione, le misure di efficientamento passivo includono quelle soluzioni che permettono di ridurre il fabbisogno termico dell’edificio agendo passivamente sull’involucro, e quindi sui singoli componenti edilizi. Rientrano in questo primo gruppo: soluzioni sull’involucro opaco e trasparente, Building Integrated Systems, schermature solari e le Nature Based Solutions (NBS).
- Promozione della produzione e dell’uso di energia da RES. Le RES sono i pilastri per una transizione verso l’energia pulita e la decarbonizzazione, e assumeranno un ruolo sempre crescente negli anni futuri. Rientrano in questa categoria sia sistemi per la produzione energetica, come il fotovoltaico, il solare termico, la cogenerazione e le caldaie a biomassa, sia sistemi ad altissima efficienza e basso dispendio energetico, come le pompe di calore, anche geotermiche.
- Reti elettriche e termiche. Il gruppo delle reti fa riferimento alla condivisione in ottica intelligente ed efficiente dell’energia, sia termica che elettrica, e dello scambio di dati su vasta scala. L’approccio moderno alle reti è quello di collegare tra loro una molteplicità di sistemi, sia piccoli, sia di grandi dimensioni, passando così da modelli di distribuzione centralizzati a modelli decentralizzati. Rientrano in questo macro-gruppo temi come la flessibilità e il “Demand Side Management”, il Prosumer, le Smart Grid, il teleriscaldamento, i PED e le comunità energetiche.
- Stimolare la compensazione dell’impronta eventualmente residua tramite operazioni di “Carbon Offset”. Le misure di compensazione energetica includono quelle soluzioni volte a compensare in modo sostenibile l’eventuale fabbisogno energetico coperto da fonti non rinnovabili. Il Lo strumento principale è il Carbon Offset, ovvero l’utilizzo di misure di decarbonizzazione (quali la piantumazione di alberi) in zone geograficamente diverse da quella nella quale viene realizzato un edificio. Il Carbon Offset, a differenza delle misure precedenti, deve essere visto come risorsa ultima, da utilizzare solo in caso non sia più possibile ridurre ulteriormente le emissioni di CO2 degli edifici con misure di efficientamento passivo o con l’installazione di impianti a fonti rinnovabili.
Le diverse tematiche evidenziate devono essere intese come strettamente interconnesse e necessarie per il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione.
Per migliorare le prestazioni energetiche dei singoli edifici, pertanto, è necessario agire riducendo inizialmente la loro domanda energetica, compensando i bisogni residui con forme di energia pulita e prevedendo un uso sostenibile dei materiali durante l’intero ciclo di vita. Ad oggi risulta inoltre sempre più necessario non limitarsi alla scala di edificio, ma spingersi oltre, puntando sulla scala di quartiere per raggiungere gli obiettivi prefissati al 2050. Per questo, oltre a nZEB e NZEB, si parla di Positive Energy Districts (PED), distretti ad energia positiva che complessivamente producono più energia di quella consumata e che quindi possiedono un bilancio energetico positivo.
La nascita di PED potrebbe segnare una svolta nel percorso verso il taglio delle emissioni. Con i PED si sposta l’attenzione su un nuovo livello di sviluppo urbano sostenibile e di transizione energetica nelle Smart Cities, reso possibile dallo sviluppo tecnologico che ad oggi consente un’integrazione tra edifici, utenti e rete di energia, mobilità e sistemi IT.
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Il documento può essere citato come segue: Green Building Council Italia, Soluzioni tecnologiche per la decarbonizzazione delle emissioni operative degli edifici, 2023 – Allegato a Decarbonizzare il ciclo di vita dell’ambiente costruito. Roadmap italiana per raggiungere gli obiettivi climatici al 2050, 2023.