CONTATTACI
LOGIN
   
Direttiva case green: una guida olistica per edifici a impatto zero
1 Marzo 2024

Editoriale a cura di Marco Caffi – Direttore Generale di Green Building Council Italia e pubblicato su Costruire il futuro dell’edilizia, Speciale Klimahouse 2024 de Il Sole 24 Ore.

Dal nuovo indice di Global Warming che misura l’impatto dei nuovi edifici sull’intero ciclo di vita all’approccio olistico e integrato alla progettazione e al nuovo passaporto di ristrutturazione: le sfide poste dalla Direttiva EPBD4 sono diverse e si muovono su più fronti. Tutti rivolti a un nuovo modo di costruire e recuperare l’esistente. 

Con l’accordo raggiunto dal Trilogo (Parlamento Europeo, Consiglio Europeo e Commissione Europea) il 7 dicembre 2023, il testo della Direttiva è oggi sostanzialmente definitivo. La norma serve a rafforzare l’azione di riduzione dell’impatto ambientale degli edifici in tutti gli Stati membri, uniformandone i processi e guidando le azioni che, al 2050, dovrebbero portare l’Europa ad essere il primo continente ad emissioni zero o quasi zero.

Rispetto alla precedente direttiva, il nuovo testo presenta alcuni, significativi, elementi di novità: fra tutti, una maggiore visione olistica del tema ambientale e l’introduzione di aspetti economici e sociali, di pari passo anche con i piani strategici della transizione ecologica dell’ambiente costruito elaborati dall’Europa, quali il Green Deal, la Renovation Wave e il New Bauhaus Europeo.

I traguardi per le costruzioni esistenti
Alla base della Direttiva EPBD4 vi è sempre il principio dell’”Energy Efficiency First”, cioè la spinta ad intervenire sul costruito con una scala di priorità: prima di tutto, ridurre il fabbisogno degli edifici, per poi in seconda battuta aumentare l’efficienza dei sistemi energivori e alimentare il fabbisogno residuo con fonti di energia rinnovabile. Per gli edifici e le unità immobiliari esistenti vengono rafforzate le norme minime di prestazione energetica e viene favorita l’armonizzazione, nella Comunità Europea, dei parametri che portano all’identificazione delle classi di prestazione energetica su una scala da A a G. Il traguardo è sfidante: nel residenziale, gli immobili dovranno essere in classe E al più tardi il 1º gennaio 2030 e in classe D almeno entro il 1º gennaio 2033. Ad ogni Stato è, tuttavia, lasciato il margine di definire come arrivare a questi obiettivi, con un diverso piano di iniziative e strategie di sviluppo sostenibile.

Il nuovo indice che misura l’impatto del ciclo di vita per le nuove costruzioni
Per i nuovi edifici, viene introdotto lo standard Zero Emission Building (ZEB) – in sostituzione all’attuale concetto di nearly Zero- Emission Building (nZEB) – e scatta la valutazione del potenziale di riscaldamento globale (GWP) nel corso del ciclo di vita, con l’introduzione di un indice, misurato in kgCO2eq/m2 anno, che dovrà essere inserito nell’attestato di prestazione energetica di ogni edificio che sarà costruito a partire dal 1° gennaio 2027. Proprio il calcolo del Global Warming Potential rappresenta uno degli aspetti rivoluzionari della nuova Direttiva. Il parametro, infatti, tiene conto di tutte le emissioni di carbonio del ciclo di vita di un manufatto (da quelle inglobate nei materiali da costruzione, a quelle correlate alle modalità di costruzione, fino a quelle relative alle manutenzioni e alla decostruzione dell’edificio) e trova applicazione grazie a una metodologia di calcolo basata sul Life Cycle Assesment (LCA), alla creazione di una banca dati dell’impatto dei materiali e della stesura di riferimenti di prestazione su scala di edificio a cui relazionare il risultato del calcolo. La Direttiva prevede che entro la fine del 2025 la Commissione EU adotti uno specifico atto delegato, relativo al quadro armonizzato per il calcolo del GWP basato sul framework Level(S). Un processo che porterà alla necessità di nuove professionalità e competenze, che devono però essere sin da ora sviluppate per essere pronti ad agire quando il quadro normativo sarà completato e lo richiederà.
Ragion per cui, come GBC Italia in collaborazione con gli altri GBC europei, ci siamo mossi da mesi per implementare un percorso di crescita della consapevolezza e delle competenze dell’intera filiera e abbiamo sviluppato e reso disponibili corsi specialistici sul LCA in edilizia, pubblicando una metodologia di calcolo delle emissioni di carbonio sul ciclo di vita e collaborando alla creazione della banca dati nazionale Arcadia dei materiali coordinata da ENEA.

CLICCA QUI e continua a leggere l’articolo su Costruire il futuro dell’edilizia, Speciale Klimahouse 2024 de Il Sole 24 Ore.