In linea con le necessità di raggiungere gli obiettivi di neutralità carbonica per contrastare i cambiamenti climatici, la Commissione Europea pone tra gli obiettivi principali la realizzazione di Smart Cities tramite il progressivo spiegamento di distretti energeticamente positivi, noti come Positive Energy District (PED).
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I PED sono l’evoluzione del concetto di nZEB (nearly Zero Energy Building) che, sebbene fondamentale per perseguire una politica sostenibile, risulta troppo limitato per permettere il raggiungimento degli obiettivi di neutralità carbonica prefissati. Con la stessa logica delle certificazioni LEED for Neighborhood Development e GBC Quartieri, i PED non si limitano alla costruzione di un singolo edificio sostenibile, ma fanno parte di una visione globale di urbanizzazione sostenibile, volta alla trasformazione di distretti urbani in distretti autosufficienti, a zero emissioni di CO2 e che sono in grado di produrre energia in eccesso tramite fonti rinnovabili e di cederla in rete.
I risultati di alcuni progetti di ricerca europei, come +CityxChange, ENSNARE e IBECOME hanno applicazione in diversi Paesi e su scale diverse. L’approccio che accomuna questi progetti è l’utilizzo della modellazione energetica dinamica come strumento principale a supporto di scenari di decarbonizzazione degli edifici e delle città sia nelle fasi preliminari quando serve decidere dove e come investire, che in quelle di progetto a diversi livelli di approfondimento, sia poi nella fase operativa con un vero e proprio gemello digitale in grado di mettere a sistema il potere dei modelli di simulazione, calibrati con i dati misurati sul campo per il supporto di decisioni efficaci. Questo tipo di approccio è stato sviluppato nei progetti di ricerca europei, ma ad oggi è stato già replicato con successo nel mercato anche nell’ambito di iniziative internazionale C40 Reinventing Cities, che in Italia ha visto coinvolte Milano e Roma in prima battuta e recentemente anche Bologna e Napoli.
La metodologia nella fase preliminare e di progetto consiste nel valutare diverse soluzioni progettuali selezionando le opzioni migliori sulla base di un’analisi costo/beneficio. È possibile ottenere una effettiva riduzione dei consumi rispetto ad un edificio (o al distretto nel caso di scala urbana) di riferimento (baseline).
Per migliorare le prestazioni energetiche del distretto è possibile poi agire con misure passive (modificando masse ed orientamento degli edifici, eventuali ombreggiamenti, rapporto tra superfici trasparenti ed opache e le prestazioni termiche dell’involucro); e misure attive (agendo sull’efficienza dei degli impianti di condizionamento HVAC, sull’ottimizzazione della rete di distribuzione, sull’utilizzo di fonti di energia rinnovabile ed focalizzandosi sul concetto di comunità energetiche locali sfruttando la produzione di energia rinnovabile sul territorio, l’accumulo elettrico e termico e lo scambio di energia tra edifici quando e come necessario i base ai profili di produzione e domanda energetica).
Oltre alla pianificazione su scala urbana lo stesso approccio può essere applicato con successo a livello di portfolio immobiliare per una pianificazione degli scenari di decarbonizzazione al 2030 o al 2050 in chiave ESG. L’approccio permette di supportare la gestione del piano di investimento CAPEX per ogni edificio del portfolio in modo da valutare, per ogni intervento di riqualificazione ipotizzato, l’impatto sulle prestazioni e gli OPEX e l’impatto in termini di Carbon Risk Real Estate Monitor (CRREM).
Il CRREM è uno strumento o sistema progettato per valutare i potenziali rischi finanziari associati alle emissioni di carbonio e agli impatti dei cambiamenti climatici sulle proprietà immobiliari. Aiuta investitori, creditori e stakeholder nel settore immobiliare a identificare e gestire i rischi e le opportunità legate alle emissioni di carbonio e ai cambiamenti climatici. Analizzando fattori come l’efficienza energetica, l’impronta di carbonio, la resilienza ai cambiamenti climatici e i quadri normativi, il Carbon Risk Real Estate Monitor fornisce informazioni sull’impatto potenziale dei cambiamenti climatici sui valori delle proprietà, sui costi operativi e sulla domanda di mercato. Consente agli stakeholder di prendere decisioni informate riguardo agli investimenti immobiliari, alla gestione del portafoglio e alle strategie di mitigazione del rischio. In generale, il Carbon Risk Real Estate Monitor aiuta a integrare le considerazioni ambientali e le pratiche di sostenibilità nei processi decisionali immobiliari, allineandoli con gli obiettivi climatici a lungo termine e riducendo l’esposizione ai rischi legati al carbonio.
Tutti questi temi sono stati al centro dell’evento formativo “La decarbonizzazione dell’ambiente costruito: strumenti e buone pratiche” organizzato da GBC Italia insieme al Socio R2M Solution e a ESA lo scorso 18 luglio a Roma.
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