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Gianluca Ievolella | Ambassador #BuildingLife
21 Settembre 2021

Le interviste di GBC Italia agli ambassador del progetto #BuildingLife

La riqualificazione energetica degli edifici è lenta ma è un’azione necessaria per ridurre le emissioni di CO2. Quali pensa siano le cause che ostacolano il suo percorso e realizzazione?

Il problema è riconducibile ad una marcata carenza di conoscenza da parte dell’opinione pubblica. La gente è convinta che la riqualificazione energetica è solo un risparmio dei costi vivi della bolletta energetica non c’è ancora una diffusa coscienza ambientale. I cambiamenti climatici di questo periodo storico esasperano il rapporto che c’è tra la sensazione di benessere e la sicurezza. La gente vuole stare al caldo di inverno ed al fresco nei periodi estivi senza preoccuparsi minimamente delle problematiche energetiche. Come è ben noto per conservare l’energia il sistema migliore è non consumarla; pertanto tutti gli interventi di riqualificazione che mirano alla riduzione dei consumi attraverso l’uso di materiali performanti sulle coibentazioni e sulla ventilazione saranno ben accetti. La popolazione dovrà iniziare a pensare che il costo dell’intervento di riqualificazione servirà si a diminuire il costo della bolletta ma lo aiuterà anche a vivere meglio. Questi interventi che lo Stato ha già attivato in diverse forme di incentivi anche per i propri immobili devono essere seguiti dalla collaborazione anche del personale che deve mantenere dei comportamenti che non vanifichino gli sforzi e gli interventi di tipo infrastrutturale.

 

Come si può operare, al di là del rispetto delle conformità di legge, affinché le emissioni di CO2 siano davvero ridotte nella realtà e non solo sulla carta?

Come ho già detto in precedenza, norme sempre più restrittive non sono sufficienti per raggiungere l’obiettivo della riduzione concreta delle emissioni se non sono connesse con un marcato aumento della coscienza popolare sull’argomento. Questo processo che è anche di tipo culturale ha tempi lunghi di attuazione però porterà certamente ai risultati sperati. Solo se l’intera filiera dai progettisti, ai produttori ai soggetti destinatari si sentirà coinvolta in un processo necessario ed ineludibile allora l’applicazione delle norme tecniche non saranno solo limitate ad un ristretto campo di applicazione.

 

Crede si debbano penalizzare gli edifici ad elevate emissioni? Ritiene che debbano essere fissate delle soglie massime di emissione? Secondo quali modalità?

Per rispondere a questa domanda occorre prima di tutto differenziare tra edifici esistenti e da realizzare perchè è evidente che sono soggetti a due approcci totalmente diversi. Per gli edifici esistenti bisognerà aumentare gli incentivi pubblici per supportare i privati ad affrontare le spese rilevanti di intervento fino alla estremizzazione della demolizione e/o rifacimento completo come si dovrà fare per la vulnerabilità sismica. Per fare questo potrebbe essere necessario fissare, come si è fatto per la sismica fissare delle soglie massime di emissione e quindi di intervento. Sulle nuove edificazioni invece occorrerà essere drastici, cioè in fase di approvazione dei progetti si dovrà controllare che le emissioni previste rientrino nei parametri prefissati fin dallo studio di fattibilità tecnico economico di recente messa a punto dal Consiglio Superiore dei LL.PP.

 

Quali potrebbero o dovrebbero essere le modalità di collaborazione tra il settore pubblico e quello privato della filiera edilizia per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione al 2050?

Per dare corpo ad una stretta collaborazione tra i due settori potrebbe essere auspicabile la istituzione di una taskforce presso il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici che veda la partecipazione da parte pubblica del MIMS, del MISE e del MATTM e delle principali università italiane operanti nel settore e da parte privata degli ordini professionali, dell’ANCE e di Confindustria. Sul modello di operazioni già consolidate come le linee guida per le indagini ed il recupero strutturale dei ponti.  Questa Task Force istituita con DM dovrebbe avere il compito di redigere e coordinare le proposte di intervento normativo sul piano tecnico e fiscale con tempi e scadenze certe.