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Nadia Boschi | Ambassador #BuildingLife
21 Settembre 2021

In Italia, il settore dell’edilizia e delle costruzioni va a rilento rispetto alla riduzione delle emissioni di CO2 in atmosfera. Quali sono le ragioni?

Credo che il settore dell’edilizia, specialmente la nuova produzione, stia facendo molto in termini di prestazioni energetiche. Si sta altresì sviluppando una crescente domanda verso l’acquisto di elettricità prodotta da fonti rinnovabili, ma pochissimo si fa per eliminare i combustibili fossili per il termico.  Il meccanismo di domanda e offerta efficace e rispondente è essenziale al successo commerciale, la trasformazione relativa all’annullamento delle emissioni di CO2 in atmosfera passa attraverso anche un compratore informato.  Le certificazioni energetico ambientali di terza parte aiutano molto a comunicare la qualità di un edificio, ma ai più, e per certe categorie costruttive, sono ancora percepite come costi alti.

Inoltre, il settore edile in Italia è molto frammentato, le aziende sono mediamente piccole con personale spesso poco qualificato anche se è un settore molto specializzato.  In un contesto operativo di questo profilo chiedere che in cantiere si utilizzino solo macchinari elettrici o combustibile HVO è chiedere la luna. Ma anche in casi in cui esiste l’interesse spesso è l’offerta che manca come ad esempio il caso la presenza di prodotti dotati di EPD, macchinari elettrici per il cantiere, combustibili HVO.

La sua azienda ha sviluppato una strategia di decarbonizzazione al 2050 per il proprio asset e per il proprio business? piani per la decarbonizzazione degli edifici? Contempla anche l’intero ciclo di vita?

Lendlease si è imbarcata in una missione che abbiamo descritto come un “moon-shot”. È una missione che elimina le emissioni di carbonio da tutta le nostre attività a livello globale entro il 2040.  Un impegno notevole considerando che la nostra pipeline attuale è di AUS$ 114Miliardi di cui 8 in produzione al 2024 oltre a AUS$4.4 Miliardi in fondi gestiti direttamente.

La Lendlease è una 1.5°C aligned company che, per raggiungere la mission che si data, si è impegnata a raggiungere:

  • Net zero carbonio entro il 2025, ovvero ad eliminare le emissioni di scopo 1 prodotte dai combustibili che bruciamo e scopo 2 relative all’elettricità che utilizziamo.
  • Zero carbonio assoluto entro il 2040. Questo significa l’eliminazione di tutte le emissioni, comprese quelle di Scopo 3 che sono generati indirettamente da le nostre attività, senza l’utilizzo di off- sets.

Molti dei progetti su cui stiamo già lavorando non saranno completati prima della metà

degli anni 2030 o 2040. Per realizzare la nostra visione stiamo già valutando, o imparando a farlo, l’impatto dei nostri prodotti sull’intero ciclo di vita incluso l’obbiettivo di creare città dotate di spazi verdi che migliorino sia la biodiversità del sito che il benessere dei suoi abitanti.  Lo sviluppo MIND è un esempio di questo.

Crede si debbano penalizzare gli edifici ad elevate emissioni? Ritiene che debbano essere fissate delle soglie massime di emissione? Secondo quali modalità?

Credo sia importante premiare le soluzioni e gli interventi virtuosi.  Sviluppando un concetto di detassazione e/o credito (i.e., carbon credit) che premia e facilita chi è più virtuoso.  Questo sta già succedendo attraverso strumenti finanziari come ad esempio i green bond o con i green loans.  Ovvero innescare un meccanismo di qualità ove i prodotti migliori da un punto di vista di prestazione ambientale hanno maggior valore di altri meno performanti.  Le tecnologie per migliorare l’attuale portafoglio immobiliare da un punto di vista di miglioramento energetico ci sono e pure gli strumenti fiscali.  Percentuali sempre più ampie di investitori e compratori sono interessati a spazi che sono in linea con una governance sempre più attenta al contenuto ambientale e sociale. Il mercato farà il resto.

Anche per quanto riguarda le emissioni di carbon di scopo 3 sarebbe importante stimolare l’ammodernamento delle tecnologie di produzione dei materiali attraverso sistemi premianti sia come conoscenza e facilitazioni di sistema (i.e. di circular economy) che di partnerships.

Il governo comunque dovrebbe richiedere all’industria di ridurre le emissioni di embodied carbon, insieme a quelle generate dal riscaldamento, raffreddamento e illuminazione degli edifici – attraverso i regolamenti edilizi e requisiti di pianificazione.

La carbon tax la lascerei come ultima opzione insieme alla compensazione.

Come può la sua azienda accelerare il processo di decarbonizzazione dell’ambiente costruito?

Aspetti che ci aiuteranno sono le trasformazioni di produzione che stiamo implementando nell’ambito del building automation con il digital twin e il DFMA. Ci siamo dati obbiettivi chiari e molto ambiziosi. Questi sono il frutto di un processo che ha raccolto l’input di tutte le nostre operatività a livello globale ma anche di un confronto con i nostri investitori e con il mercato.

Sul mercato italiano siamo operatori con una pipeline importante e questo ci permette, speriamo, di sviluppare partnerships con aziende che nel creare profitto condividono gli stessi obbiettivi ambientali e sociali.  Anche la ricerca e il coinvolgimento di start up ci permetteranno di accelerare l’applicabilità di certe soluzioni rendendole commerciabili e competitive. A MIND stiamo già implementando le nostre ambizioni e per farlo stiamo lavorando con progettisti di altissima qualità disposti ad esplorare con noi percorsi totalmente nuovi che vanno oltre la normali best practices.

Rispetto al ruolo che ricopre nella filiera, quali sono le trasformazioni o le innovazioni chiave per ottenere edifici a bassa emissione di CO2?

I nostri obiettivi sono ambiziosi, ma non possiamo permetterci di lavorare in altro modo e soprattutto siamo consapevoli che potremo raggiungerli solo lavorando insieme a tutta la filiera. Non abbiamo ancora tutte le risposte, ma attraverso un piano in cinque fasi noi trasformeranno i nostri impegni in azioni. Applicheremo le soluzioni disponibili ora, ma nel frattempo, attraverso partnerships, lavoriamo sia con la supply chain perché le tecnologie emergenti diventino commercialmente fattibili (es. Steelzero), sia con i nostri tenants attuali e futuri.

Per raggiungere lo zero assoluto, ci siamo impegnati a:

  1. Creare una strategia di investimento per la decarbonizzazione
  2. Eliminare gradualmente il gasolio e il gas dalle nostre operazioni.
  3. Utilizzare elettricità rinnovabile al 100% prima del 2030.
  4. Collaborare con la nostra supply chain per raggiungere lo zero assoluto anche relativamente all’embodied carbon.
  5. Collaborare con i nostri inquilini per passare all’elettricità rinnovabile e raggiungere lo zero assoluto di carbonio entro il 2040.

Stiamo già adottando misure per:

  • Misurare il “carbonio nell’intera vita” in modo coerente in tutti i principali progetti e incorporare carbonio monitoraggio nella nostra tecnologia Digital Twin.
  • Implementando carbon budgets nel nostro design e adottando l’Approccio di fabbricazione e assemblaggio (DfMA) per arrivare a net zero e quindi assoluto senza compensazioni.