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Diciassette: il numero dello sviluppo sostenibile – News – GBC Italia
21 Luglio 2021

editoriale di Alessandro Lodigiani, segretario del Chapter Lombardia

(Il Quotidiano Immobiliare – 7 luglio 2017  )

Il mese di giugno ha visto un’accelerazione nel dibattito nazionale sui temi della sostenibilità e appare sempre più chiave il ruolo da protagonista che dovrà avere l’industria del real estate. Credo tuttavia che la filiera Italiana del mondo del costruito, complice forse il perdurare della crisi del mattone di questi ultimi anni, non se ne stia rendendo conto e non ne abbia colto le potenzialità. Senza clamore e troppa attenzione dei media di settore si è infatti da poco concluso il Festival dello sviluppo sostenibile promosso dall’ASviS; l’acronimo, abbastanza difficile da ricordare (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile), potrebbe sembrare l’ennesima associazione “ambientalista generalista”, e invece rappresenta un gruppo che riunisce oltre 160 tra le più importanti istituzioni pubbliche, private e reti della società civile nato a febbraio 2016.

La missione di questa alleanza è quella di far crescere nella società italiana, nei soggetti economici e nelle istituzioni la consapevolezza dell’importanza dell’Agenda per lo sviluppo sostenibile e per mobilitarla allo scopo di realizzare gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals – SDGs nell’acronimo inglese). Voi direte: “Un’altra sigla neoambientalista postmoderna che dimenticheremo domani”. Tuttavia una ricerca di Global Compact – Accenture ha rilevato che il mondo del business è già oggi attento ai temi dello sviluppo sostenibile tanto che l’87% dei capi impresa intervistati conosce gli SDGs  e li considera un’opportunità essenziale per il business. Ora, senza fare sondaggi o i primi della classe, penso che più di un lettore de ilQI non domini la materia; da qui la mia ipotesi che forse possiamo applicarci un po’ di più e meglio, soprattutto perché le opportunità e il giro d’affari è gigantesto. Il portavoce dell’ASviS, Enrico Giovannini, ha indicato che, anche limitando l’indagine a quattro sistemi economici (cibo e agricoltura, energia e materie prime, città, salute e benessere), il raggiungimento degli SDGs creerebbe dodici miliardi di dollari di opportunità di mercato; a livello globale, alla fine del 2016 sono 22,9 mila i miliardi di dollari che vengono gestiti professionalmente seguendo strategie di investimento responsabili.

Ma facciamo un passo indietro per cercare di aiutare ad appassionarsi al tema quei lettori che non dominano la materia. Il 25 settembre 2015, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, con il voto dei 193 Governi dei Paesi membri, ha adottato l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, corredata da un elenco di 17 obiettivi (Sustainable developement goals, SDGs) e 169 sotto-obiettivi (target) che dovranno essere raggiunti da tutti i Paesi del mondo entro il 2030. I 17 Sustainable Development Goals che compongono l’Agenda 2030 si riferiscono a diversi ambiti dello sviluppo sociale, economico e ambientale, che devono essere considerati in maniera integrata, nonché ai processi che li possono accompagnare e favorire in maniera sostenibile, inclusa la cooperazione internazionale e il contesto politico e istituzionale. Sono presenti come componenti irrinunciabili numerosi riferimenti al benessere delle persone e a un’equa distribuzione dei benefici dello sviluppo. Ogni Goal ha obiettivi specifici da raggiungere nel corso dei prossimi 15 anni; numerosi obiettivi hanno implicazioni e opportunità rilevanti per l’industria italiana e del real estate.

A dimostrazione della portata del tema, nella cornice del Festival dello sviluppo sostenibile si è tenuto a Milano presso UniCredit il convegno su Aziende e Finanza 2030 – Il Motore dello Sviluppo Sostenibile che, oltre a dare numerosi spunti concreti, ha visto una dichiarazione congiunta di Confindustria, CNA, Cooperative Italiane, Confagricoltura, Confcommerico, Federazione Banche, Assicurazione e Finanza denominata Le imprese italiane insieme per gli Obiettivi di sviluppo sostenibile. In estrema sintesi, un impegno congiunto e concreto di promuovere una strategia del sistema Paese per raggiungere gli obiettivi dell’Agenda 2030 attraverso un nuovo ciclo di sviluppo e nuovi modelli di business; disegnando processi decisionali e attuativi aperti, partecipati e democratici, nonché di strumenti conoscitivi in grado di verificare, regolarmente e su base anche pluriennale, l’attuazione degli impegni assunti e il contributo delle imprese al raggiungimento degli SDGs.

Il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, presente al Festival, ha confermato che l’Italia ha in corso diverse elaborazioni strategiche: la Strategia energetica nazionale, recentemente presentata in Parlamento; la Strategia di sviluppo sostenibile, che si vuole portare in Consiglio dei Ministri entro la fine della legislatura, la Strategia contro i cambiamenti climatici che sarà presentata entro fine anno. La conferma dell’impegno delle istituzioni a supporto del mondo delle imprese è avvenuta a conclusione del Festival, da parte del premier Gentiloni che ha dichiarato che, dopo l’adozione del documento di Strategia, la presidenza del Consiglio emanerà una direttiva che specificherà gli obiettivi di ciascun ministero per lo sviluppo sostenibile. “Palazzo Chigi si assumerà il coordinamento dei lavori”, ha detto, “non perché i ministeri dell’Ambiente e dell’Economia non abbiano avuto un ruolo positivo (anzi voglio qui ringraziarli per il grande lavoro svolto), ma perché questo è un obiettivo dell’intero Paese ed è giusto che il coordinamento sia svolto dalla presidenza del Consiglio. Gestiremo anche la rendicontazione, con l’obiettivo di fare ogni anno un consuntivo a febbraio sull’attuazione dell’Agenda 2030”.

Su questo tema è stata in questi giorni presentata la prima analisi degli SDGs a livello regionale: il Rapporto Lombardia 2017. Il documento di Éupolis declina gli Obiettivi sul territorio e confronta il posizionamento lombardo con quello dei 21 Paesi europei facenti parte dell’Ocse. Tante le analisi e gli obiettivi che interessano l’industria del real estate, come ad esempio i Goals su città e territori sostenibili, energia pulita e azioni per il clima.

Concluderei con le parole di Tai Lee Siang, presidente del World Green Building Council (rete mondiale dei green building) recentemente in visita in Italia per un meeting a porte chiuse con i policy maker italiani in cui ha presentato il nuovo rapporto From Thousands to Billions: “Se vogliamo raggiungere i target degli Accordi di Parigi e abbassare il riscaldamento globale al di sotto dei 2°C, dobbiamo agire in grande e dobbiamo pensare in grande. Se pensiamo un edificio alla volta, non ci arriveremo mai; per questo dobbiamo agire su scala urbana e di Paese. Ricordiamoci che il processo di rigenerazione urbana non deve essere funzionale solo ad aumentare il profitto del real estate, ma deve essere vincente tre volte, apportando benefici anche alla comunità e all’ambiente, così da essere veramente Sostenibile”.